“Il cancro è una malattia espansionistica: invade tessuti, colonizza territori ostili, cerca rifugio in un organo e poi migra in un altro. Una cellula tumorale è una stupefacente alterazione della cellula normale.” - L’imperatore del Male, una bibliografia del cancro.
Il cancro, dal latino cancer-cancri ‘granchio’, o il tumore, dal latino tumor-oris ‘essere gonfio’, consiste in una proliferazione cellulare sregolata. Le sue importanti proprietà sono:
Una mancanza di differenziazione delle cellule (perdono le loro caratteristiche specifiche)
Invasione locale del tessuto vicino
Metastasi, che si diffondono in siti lontani attraverso il flusso sanguigno o il sistema linfatico
I tumori sono una malattia genetica (non ereditaria), dovuti all’accumulo durante la nostra vita di mutazioni sporadiche (rare) nei geni delle nostre cellule. Queste mutazioni, nella maggior parte dei casi, non sono ereditarie, ma sono acquisite e non portano ad un tumore. Sono dovute ad esposizione a fattori di rischio modificabili (cioè quelli su cui possiamo intervenire riducendoli o eliminandoli, come il fumo) o non (cioè su cui non possiamo fare nulla, come l’avanzare dell’età).
A volte le mutazioni all'origine di un tumore possono essere già presenti al momento della nascita, ereditate da uno o da entrambi i genitori con le cellule uovo o gli spermatozoi. In questo caso tutte le cellule dell'organismo hanno le stesse anomalie. Nonostante ciò, la presenza di queste mutazioni non comporta inevitabilmente la comparsa del tumore, ma ne aumenta, in misura individuale, il rischio relativo rispetto al rischio di base di chi non le ha. Per questo, più che di ereditarietà del cancro, è corretto parlare di predisposizione genetica allo sviluppo della malattia. Nelle famiglie in cui si ritrovano queste anomalie, i tumori sono più frequenti e tendono a manifestarsi in età più giovanile. Tutto questo il circa il 10% dei casi di tumore.
Incidenza
L'incidenza indica quanti nuovi casi di una malattia, per esempio di un tipo di tumore, vengono diagnosticati in una popolazione di riferimento, di solito 100.000 abitanti, in un arco di tempo definito, di solito un anno.
I tumori sono molto frequenti in tutta la popolazione, in Italia si diagnosticano circa 1.000 casi di tumore al giorno.
Si stima, infatti, che nel nostro Paese vi siano nel corso dell'anno circa 371.000 nuove diagnosi di tumore, di cui il 52 per cento fra gli uomini e il 48 per cento fra le donne.
Lo affermano i dati relativi al 2019 derivanti dalla collaborazione tra AIOM (Associazione italiana di oncologia medica), AIRTUM (Associazione italiana registri tumori), Fondazione AIOM e PASSI (Progressi nelle aziende sanitarie per la salute in Italia), che sottolineano come, pur tenendo conto dell’invecchiamento della popolazione, l’incidenza dei tumori nel periodo 2003-2018 sia in calo tra gli uomini (-1,1 per cento per anno dal 2007) e sostanzialmente stabile tra le donne.
Escludendo i tumori della cute (non melanomi), negli uomini prevale il tumore della prostata che rappresenta il 19% di tutti i tumori diagnosticati; seguono il tumore del polmone (15%), il tumore del colon-retto (14%), della vescica (12%) e dello stomaco (4%).
Tra le donne il tumore della mammella rappresenta il 30% delle neoplasie femminili, seguito dai tumori del colon-retto (12%), del polmone (12%), della tiroide (5%) e del corpo dell’utero (5%).
L’incidenza è influenzata, oltre che dal genere, anche dall’età: nei maschi giovani, il tumore più frequente è rappresentato dal cancro del testicolo, raro negli anziani; a seguire melanomi, tumore della tiroide, LNH, tumore del colon-retto. Nella classe 50-69 anni e negli ultrasettantenni il tumore più frequente è quello della prostata, seguono polmone, colon-retto e vescica. Nella classe 50-69 al 5° posto compaiono i tumori delle vie aero-digestive superiori mentre il tumore dello stomaco è appannaggio delle persone molto anziane.
Nelle femmine, invece, il cancro della mammella rappresenta la neoplasia più frequente in tutte le classi di età, sebbene con percentuali diverse (40% nelle giovani, 22% nelle anziane). Nelle donne giovani, a seguire compaiono tumori della tiroide, melanomi, colon-retto e cervice uterina. Nella classe intermedia seguono i tumori di colon-retto, polmone e corpo dell’utero, tiroide, mentre nelle anziane seguono i tumori di colon-retto, polmone, pancreas e stomaco.
Nel corso della vita circa un uomo su 2 e una donna su 3 si ammalerà di tumore.
Ci sono ancora differenze nella frequenza dei tumori nel nostro Paese, con percentuali inferiori nel meridione che tuttavia stanno gradualmente salendo, avvicinandosi a quelli del centro-nord.
Un’altra buona notizia è che negli ultimi anni sono complessivamente migliorate le percentuali di guarigione: il 63 per cento delle donne e il 54 per cento degli uomini è vivo a cinque anni dalla diagnosi.
Merito soprattutto della maggiore adesione alle campagne di screening, che consentono di individuare la malattia in uno stadio iniziale, e della maggiore efficacia delle terapie. Molti tumori potrebbero essere prevenuti o diagnosticati in tempo se tutti adottassero stili di vita più salutari e aderissero ai protocolli di screening e diagnosi precoce.
La mortalità
La mortalità indica il numero di persone decedute in una popolazione di riferimento, di solito 100.000 abitanti, in un arco di tempo definito, di solito un anno, per una particolare causa o per qualunque causa (per esempio si parla di mortalità per cancro, oppure di mortalità per tumore del polmone, o di mortalità totale).
I decessi dovuti a tumori maligni sono stati, secondo l'ISTAT, quasi 177.301 nell'anno 2014 (94.412 fra gli uomini e 77.889 fra le donne). La frequenza dei decessi causati dai tumori è in media ogni anno di circa 3,5 decessi ogni 1.000 residenti uomini e circa 2,5 ogni 1.000 donne. In media un uomo ogni 3 e una donna ogni 6 muoiono a causa di un tumore.
La mortalità per tumore è in diminuzione in entrambi i sessi, ma l'invecchiamento della popolazione, che è associato al rischio oncologico, fa sì che le morti siano comunque molte in valore assoluto. Per questo la riduzione che si osserva soprattutto in percentuale è difficile da percepire.
Anche i bambini e i ragazzi tra 0 e 19 anni che muoiono di tumore sono sempre meno: i decessi sono circa un terzo di quelli registrati nei primi anni Settanta.
La sopravvivenza
La sopravvivenza dopo la diagnosi di tumore è uno dei principali indicatori che permette di valutare in base a studi epidemiologici sia la gravità della malattia, sia l'efficacia del sistema sanitario. Si misura calcolando quanto sopravvivono in media le persone che sono colpite da un cancro con determinate caratteristiche al momento della diagnosi. La sopravvivenza è fortemente influenzata da due elementi: la diagnosi precoce e la terapia. La diagnosi precoce che i pazienti ricevono grazie ai programmi di screening per il tumore della mammella, del colon-retto e della cervice uterina, è anche associata a una maggiore probabilità che gli stessi pazienti siano curati più efficacemente. Parallelamente gli sviluppi delle terapie oncologiche (per esempio la recente introduzione di farmaci a bersaglio molecolare) sta contribuendo ad aumentare la sopravvivenza.
Nei cinque anni successivi alla diagnosi gli esami di controllo sono piuttosto ravvicinati, contribuendo a stabilire la cosiddetta sopravvivenza "libera da malattia", un indicatore ormai entrato nell'uso comune.
In Italia la sopravvivenza media a cinque anni dalla diagnosi di un tumore maligno è del 55 per cento fra gli uomini e del 62 per cento fra le donne.
La sopravvivenza è aumentata negli anni e inoltre, a livello individuale, migliora man mano che ci si allontana dal momento della diagnosi.
È particolarmente elevata la sopravvivenza dopo un quinquennio in tumori frequenti come quello del seno (87 per cento) e della prostata (91 Per cento).
Il cancro è ancora la seconda causa di morte (il 29 per cento di tutti i decessi) dopo le malattie cardiovascolari, ma chi sopravvive a cinque anni dalla diagnosi ha, per alcuni tumori (testicolo, corpo dell'utero, ma anche melanoma, linfomi di Hodgkin e, in misura minore, colon-retto), prospettive di sopravvivenza vicine a quelle della popolazione che non ha mai avuto una neoplasia.
In Italia i valori di sopravvivenza sono sostanzialmente in linea con quelli dei Paesi nordeuropei, degli Stati Uniti e dell'Australia.
La prevalenza
La prevalenza dei pazienti oncologici corrisponde al numero di persone che nella popolazione generale vivono avendo avuto una diagnosi di un tumore da cui non sono ancora guariti. La prevalenza è condizionata sia dalla frequenza con cui ci si ammala sia dalla durata della malattia (sopravvivenza): tumori meno frequenti, ma a prognosi favorevole (quindi con lunga sopravvivenza) tendono a essere rappresentati nella popolazione più di tumori molto frequenti, ma caratterizzati purtroppo da una breve sopravvivenza.
Nella popolazione italiana vi sono oltre 3.400.000 persone (il 5,6 per cento della popolazione) che hanno avuto una diagnosi di tumore.
Cosa possiamo fare per la ricerca?
I numeri sui tumori sono tanti, grazie alla continua ricerca dei laboratori italiani e internazionali e alle campagne di prevenzione, la sopravvivenza è in continuo aumento. Nuovi farmaci e nuove tecniche chirurgiche sono la più grande occasione per dare possibilità in più a chi viene colpito da questa malattia.
Per questo motivo è importante sostenere la ricerca attraverso la Fondazioni e la Associazione che se ne occupano.
Speriamo che questo articolo vi sia stato utile per capire meglio i tumori e i loro numeri. Nel prossimo articolo parleremo di fattori di rischio, prevenzione e falsi miti!
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Il Team di Icaroe in collaborazione con la Dottoressa Federica Viola
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