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Immagine del redattoreTeam Icaroe

Prevedere la prossima pandemia è davvero possibile?


Le epidemie di malattie infettive più importanti della storia recente si alle relazioni tra gli animali e gli uomini. In alcuni casi si è verificato quello che viene definito un “salto di specie” tra animali e umani (situazioni, cioè, in cui un patogeno che circolava tra gli animali ha acquisito la capacità di infettare le persone): pensiamo alla attuale pandemia COVID-19, per cui si ipotizza un salto di specie di SARS-CoV-2 dai pipistrelli all’uomo, o all’influenza spagnola, il cui responsabile era portato probabilmente dagli uccelli [1-2]. In altri casi, quel che succede è che alcuni animali trasportano un vettore che, a contatto con l’uomo, può trasmettere una malattia tramite morso, puntura, etc. (è il caso della peste bubbonica, trasmessa all’uomo dalle pulci dei ratti). Inoltre, negli ultimi 30 anni sono emersi più di 30 nuovi agenti patogeni, e il 75% di questi ha avuto origine negli animali [3].


Risulta chiaro come sia fondamentale adottare misure e interventi di controllo mirati e specifici, che riescano a fare #sorveglianza, a monitorare la situazione per individuare, al loro emergere, i nuovi patogeni.


A causa dell'intima interfaccia uomo-animale-ambiente, quindi, il controllo di queste epidemie richiede una collaborazione multisettoriale tra numerose discipline, un vero e proprio approccio #OneHealth per comprendere i determinanti biologici, sociali, ambientali e genetici della salute, le cause delle malattie dell'uomo e degli animali.

Fondamentale a questo proposito potrebbe essere sviluppare sistemi più avanzati come la sorveglianza genomica di precisione, cioè l’attivazione di piattaforme che permettano di rilevare e segnalare in tempo reale i casi di nuovi focolai, grazie a complesse analisi di laboratorio effettuate sistematicamente o su casi sentinella.


Inoltre è necessaria una migliore infrastruttura sanitaria pubblica nazionale e internazionale, che preveda controlli sistematici su certi tipi di campioni prelevati dagli animali, che contribuisca al miglioramento dei servizi igienico sanitari, che aumenti la sorveglianza sanitaria sui viaggi internazionali e che migliori le misure di sicurezza alimentare e l’uso di antibiotici negli animali da macello.


Infine, è impossibile non considerare anche fattori ambientali come gli attuali modelli di utilizzo del suolo e dell'acqua, la distruzione di alcuni habitat naturali, l'agricoltura intensiva, l'uso di pesticidi, il commercio di animali selvatici e l'emissione di gas serra nell'atmosfera: tutti questi fattori stanno contribuendo - anche se a volte in modi non direttamente percepibili - a distruggere l’ecosistema (cioè l’insieme, in equilibrio, di ambiente, animali, piante e esseri umani).


L'approccio #OneHealth può essere altamente efficiente in termini di efficienza nell'uso delle risorse. Un'analisi della Banca Mondiale ha suggerito che il tentativo di migliorare salute umana e animale mediante l'approccio One-Health potrebbe comportare un risparmio del 10%-30% nei costi di sorveglianza e comunicazione, oltre a migliorare i risultati di salute (la cosa più importante!).

Esistono già alcuni esempi virtuosi di adozione di questo approccio: uno studio di Rostal et al., nell'Africa subsahariana ha dimostrato che il nuovo sistema di sorveglianza basato su #OneHealth era efficace nel rilevare casi di Febbre della Rift Valley (RFV), casi che sarebbero stati probabilmente persi con i tradizionali sistemi di sorveglianza [4]. L'analisi economica di questa riduzione del rischio e la diagnosi precoce hanno dimostrato un risparmio sui costi del 35%. Il Qatar ha combattuto con successo MERS-CoV (un virus simile a SARS-CoV-2, ma più letale) attraverso la sorveglianza attiva, la collaborazione intersettoriale e l'indagine congiunta condotta attraverso l'approccio One-Health [5].


L'implementazione dell'approccio One-Health offre un’ enorme opportunità per la prevenzione e il controllo delle malattie zoonotiche transfrontaliere (cioè che arrivano al nostro paese da animali che migrano dall'estero e viceversa) e potenzialmente pandemiche, come l'influenza aviaria, l'influenza suina, la SARS, la MERS, la febbre Q e il COVID-19 in modo efficiente ed economico. Spesso, tuttavia, l'autorità sanitaria pubblica trascura l'importanza dei settori della salute animale e ambientale, di conseguenza diventa impossibile controllare tali pandemie [6].




  1. Taubenberger JK, Morens DM. 1918 Influenza: the mother of all pandemics. Emerg Infect Dis. 2006 Jan;12(1):15-22. doi: 10.3201/eid1201.050979.

  2. Lau SKP, Luk HKH, Wong ACP, et al. Possible Bat Origin of Severe Acute Respiratory Syndrome Coronavirus 2. Emerg Infect Dis. 2020;26(7):1542-1547. doi:10.3201/eid2607.200092

  3. Jones KE, Patel NG, Levy MA, Storeygard A, Balk D, Gittleman JL, Daszak P. Global trends in emerging infectious diseases. Nature. 2008 Feb 21;451(7181):990-3. doi: 10.1038/nature06536.

  4. Rostal MK, Ross N, Machalaba C, Cordel C, Paweska JT, Karesh WB. Benefits of a one health approach: An example using Rift Valley fever. One Health. 2018;5:34-36. Published 2018 Jan 11. doi:10.1016/j.onehlt.2018.01.001

  5. Farag E, Nour M, Islam MM, Mustafa A, Khalid M, Sikkema RS, Alhajri F, Bu-Sayaa A, Haroun M, Van Kerkhove MD, Elkholy A, Malik SMR, Reusken C, Koopmans M, AlHajri MM. Qatar experience on One Health approach for middle-east respiratory syndrome coronavirus, 2012-2017: A viewpoint. One Health. 2019 Apr 4;7:100090. doi: 10.1016/j.onehlt.2019.100090.

  6. Acharya KP, Subramanya SH, Neupane D. Emerging pandemics: Lesson for one-health approach. Vet Med Sci. 2021 Jan;7(1):273-275. doi: 10.1002/vms3.361.

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