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  • Immagine del redattoreTeam Icaroe

Il fumo uccide


Introduzione


Quando parliamo di tabagismo ci riferiamo all’uso di tabacco, del quale inaliamo i fumi, in maniera costante e prolungata. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il consumo di tabacco rappresenta la seconda causa di morte al mondo e la prima causa di morte evitabile al mondo.


Possiamo assumere tabacco attraverso sigarette, sigari, pipe, tra le modalità più comuni, tuttavia, sono proprio le sigarette confezionate a provocare i danni maggiori alla salute, poiché, oltre al tabacco, contengono innumerevoli componenti e, ad ogni boccata, durante la combustione, si sprigionano più di 4.000 sostanze chimiche.


Tra le sostanze più pericolose c’è il catrame, che contiene sostanze cancerogene che si depositano nel polmone e nelle vie respiratorie, e sostanze irritanti, che favoriscono infezioni, bronchite cronica ed enfisema[1].

La nicotina, invece, è un composto che influenza il sistema cardiovascolare e nervoso e induce dipendenza.


Gli effetti del tabacco


L'assunzione costante e prolungata di tabacco è in grado di incidere sulla durata della vita media, oltre che sulla qualità della stessa: 20 sigarette al giorno riducono di circa 4,6 anni la vita media di un giovane che inizia a fumare a 25 anni. Per ogni settimana di fumo, quindi, si perde un giorno di vita.


Gli organi colpiti dal fumo di tabacco sono molteplici: cuore, polmoni e vasi sanguigni sono i più bersagliati.


Le malattie più frequenti, invece, sono:

· Bronchite acuta e, alla lunga, bronchite cronica

· Enfisema

· Episodi asmatici ed infezioni respiratorie

· Tumori ai polmoni, alla vescica, al fegato, alla laringe, all’esofago, al pancreas

· Infarto

· Malattie coronariche.


Inoltre, il fumo:

· Provoca invecchiamento della pelle e raucedine

· Diminuisce le difese immunitarie nei confronti della placca batterica

· Porta all’ingiallimento dei denti

· Aumenta il rischio di gengiviti

· Porta all’insorgenza del cancro della bocca

· Influisce negativamente sull'apparato riproduttivo femminile, provocando menopause più precoci di circa 2 anni rispetto alle non fumatrici, poiché altera la normale produzione di ormoni sessuali femminili

· Durante la gravidanza può causare un ritardo di crescita e di sviluppo mentale oltre che polmonare (capacità respiratoria inferiore del 10%) del bambino.

I numeri del tabacco


L’abitudine al fumo di tabacco è più diffusa nelle fasce di età giovanili e il numero più alto si raggiunge nei giovani tra i 20-24 anni sia per gli uomini (32,4%) che per le donne (22,2%). Tra gli uomini, la classe con più fumatori è quella tra i 25 e i 34 anni (ovvero il 32%); tra le donne, la classe di età con più fumatrici è quella tra i 35 e i 44 anni (ovvero il 21,3%)[2].


Analizzando l’andamento a partire dal 2008, si osserva però una riduzione significativa della prevalenza dei fumatori in tutto il territorio italiano, passando dal 29,8% al 24,8% della popolazione.

I fumatori si sono ridotti in tutte le classi di età (in particolare fra i più giovani tra i 18 e i 24 anni) e in tutte le classi sociali (in particolare nelle classi sociali più agiate).

Per quanto riguarda il fumo tra i minori, i dati forniti nel 2018 dallo studio HBSC (Health Behaviour in School-aged Children - Comportamenti Collegati alla Salute dei Ragazzi in Età Scolare) e dalla GYTS (Global Youth Tobacco Survey - Indagine Globale sul Tabacco e i Giovani), entrambi in collaborazione con l’OMS, dimostrano che il numero di chi ha fumato sigarette almeno 1 giorno negli ultimi 30 anni aumenta sensibilmente con il progredire dell’età, sia nei ragazzi che nelle ragazze, con una marcata differenza di genere a 15 anni (24,8% nei ragazzi, 31,9% nelle ragazze). Fortunatamente, la percentuale di ragazzi che ha fumato almeno una sigaretta nella loro vita è in leggera diminuzione rispetto al 2014.

Inoltre, circa 1 studente su 5, tra i 13 e i 15 anni, ha fumato più di una sigaretta negli ultimi 30 giorni. Il fumo di sigaretta è più diffuso tra le ragazze (23,6%) rispetto ai coetanei maschi (16,2%), ma entrambi i dati sono in calo rispetto al 2014. La maggior parte dei ragazzi è comunque consapevole degli innumerevoli danni causati dal fumo.


Il fumo passivo


Quando parliamo di fumo e dei danni causati dalle sigarette, non dobbiamo dimenticarci che il fumo ha un impatto negativo importante anche sui non fumatori. Infatti, il fumo passivo è, ancora oggi nel mondo, una delle esposizioni più importanti e più diffuse nell’ambiente confinato.


Per fumo passivo si intende l’inalazione involontaria di fumo di tabacco disperso nell’ambiente che comprende sia il fumo prodotto dalla combustione lenta della sigaretta o di altro prodotto del tabacco da fumo (sigari, pipe, sigarette, ecc.), sia quello prodotto dall’espirazione del fumo dal fumatore, diluito con aria dell’ambiente. L’esposizione al fumo passivo comporta, quindi, l’inalazione involontaria di sostanze cancerogene e di altri componenti tossici e nocivi per la salute.


L’Italia, con l'entrata in vigore nel 2005 della legge “Tutela della Salute dei Non Fumatori” (Legge Sirchia), è stata il primo grande paese europeo ad introdurre una normativa per regolamentare il fumo in tutti i luoghi chiusi pubblici e privati (compresi i luoghi di lavoro e le strutture del settore dell’ospitalità). La normativa è stata considerata un esempio di efficace intervento di salute pubblica in tutta l’Europa.

Sul modello dell’Italia, molti paesi in Europa e nel mondo hanno introdotto legislazioni a tutela dal fumo passivo, in alcuni casi anche più restrittive non prevedendo, ad esempio, la possibilità di attrezzare sale per fumatori.

A 15 anni dall’entrata in vigore della legge, il bilancio può essere considerato complessivamente positivo, anche se occorre continuare ad impegnarsi per mantenere e migliorare i risultati conseguiti.

Ma quali sono i danni provocati dal fumo passivo?

Per quanto riguarda i danni da fumo passivo, la National Academy of Sciences è giunta alla conclusione che:

· Il fumo passivo è in grado di indurre il cancro polmonare nei non fumatori

· I figli di genitori fumatori hanno una maggiore incidenza di polmoniti, bronchiti e crisi asmatiche rispetto ai figli di genitori non fumatori.

Secondo i rapporti della National Academy of Sciences, il fumo passivo provoca ogni anno negli USA quasi 5.000 decessi per cancro del polmone nei non fumatori.

In Italia, invece, il fumo passivo sarebbe responsabile di un migliaio di morti l'anno.

Anche gli studi epidemiologici più ottimisti valutano che il rischio di morte per tumore polmonare sia di un morto ogni 1.000 persone esposte al fumo passivo.

Fortunatamente le giurisdizioni nazionali stanno adottando leggi complete per vietare il fumo nei luoghi pubblici, al fine di eliminare gli effetti negativi sulla salute causati dall’esposizione al fumo passivo.

A questo proposito è stato anche redatto un trattato internazionale per la tutela della salute pubblica, la Convenzione Quadro per il Controllo del Tabacco, che richiede a tutti i paesi che l’hanno sottoscritto di adottare misure efficaci per proteggere i cittadini dall’esposizione al fumo di tabacco.

Purtroppo, però, nonostante gli importanti progressi, una buona parte della popolazione mondiale continua ad essere esposta al fumo passivo sui luoghi di lavoro, nei luoghi pubblici e nelle abitazioni. Inoltre, in molti paesi è ancora permesso fumare negli ospedali e in altre strutture deputate all’assistenza sanitaria, una situazione che è importante correggere perché i professionisti della sanità e le strutture sanitarie devono servire come esempi per altri professionisti e organizzazioni.

Come già accennato (e lo ripeteremo ancora!) il fumo passivo provoca seri danni a tutti, giovani e meno giovani.

I bambini esposti al fumo passivo rischiano, più dei loro coetanei, di essere affetti da asma, bronchiti e polmoniti. Fumare durante la gravidanza aumenta il rischio che i bambini nascano sottopeso o che sviluppino disturbi respiratori entro nei primi anni di vita.

Per quanto riguarda gli adulti, il contatto costante con il fumo passivo favorisce l’insorgenza di malattie cardiache e polmonari, oltre al già citato tumore.

L’inalazione involontaria di fumo, quindi, costituisce un alto fattore di rischio e non esistono livelli di esposizione sicuri.

Tutti saranno sicuri solo quando il fumo verrà finalmente eliminato, quando non si fumerà più in casa, nei parchi, sul posto di lavoro, in macchina.

Il divieto completo di fumare nei luoghi aperti al pubblico migliora la salute pubblica. Effetti positivi sulla salute, associati alle politiche per ambienti liberi dal fumo, sono riconoscibili immediatamente e sono duraturi.


Voglio smettere di fumare…come faccio?


Smettere di fumare è sicuramente la scelta migliore che possiamo fare per noi stessi e per tutte le persone a noi vicine, poiché riduce di molto il rischio di insorgenza di condizioni patologiche.

Nonostante molti riescano a raggiungere l’obiettivo “zero fumo” da soli, è bene sapere che, in Italia, sono presenti circa 400 centri antifumo che aiutano a smettere di fumare tutti coloro che necessitano di assistenza: grazie al counseling individuale, alle terapie di gruppo e alla prescrizione di prodotti sostitutivi della nicotina o di farmaci per la disassuefazione, i soggetti che richiedono aiuto vengono seguiti con costanza e impegno lungo tutto il percorso che li porta a dire addio per sempre (si spera!) al fumo.


Se siete intenzionati a smettere di fumare, ecco alcuni consigli utili:


Contattate il vostro medico di medicina generale, saprà fornirvi tutte le informazioni che state cercando e indirizzarvi al Centro Antifumo più vicino a voi.

Visitate il sito dell’Osservatorio Fumo Alcol Droga (OssFAD) dell'Istituto Superiore di Sanità (https://ofad.iss.it/) o contattate il numero verde contro il fumo (800 554 088) dello stesso Istituto: vi sarà fornita una consulenza su tutti i problemi legati al tabagismo.


Se siete persone particolarmente tecnologiche, scaricate un’applicazione, come ad esempio “Quit Now!”, “Smoke Free” o altre app per semettere di fumare , tutte create apposta per accompagnarvi e monitorare il vostro viaggio.


Leggete! Esistono numerosi libri in commercio che aiutano a dire addio alle sigarette. Eccone alcuni: È facile smettere di fumare se sai come farlo, di Allen Carr – Il piccolo libro per smettere di fumare, di Allen Carr – Adesso puoi smettere di fumare, di Giuseppe Petrella – Spegnila! di Donatella Barus e Roberto Boffi.


Ho smesso di fumare…quali sono i benefici a breve e lungo termine per la mia salute?

  • Dopo 20 minuti, la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca tornano nella norma

  • Dopo 12 ore, i livelli di monossido di carbonio nel sangue calano, mentre quelli di ossigeno si normalizzano

  • Dopo 24 ore, i polmoni cominciano a ripulirsi dal muco e dai depositi lasciati dal fumo

  • Dopo 2 giorni, l'organismo si è liberato dalla nicotina e ricomincia a recuperare il senso di gusto e olfatto

  • Dopo 3 giorni, si comincia a respirare meglio e si recupera energia

  • Dopo 2-12 settimane la circolazione del sangue migliora

  • Dopo 3-9 mesi il miglioramento nella respirazione si fa più marcato; tosse e sibili si riducono

  • Dopo 1 anno, il rischio cardiovascolare si è dimezzato rispetto a quello di chi continua a fumare

  • Dopo 15 anni, il rischio di tumore del polmone in molti casi è tornato pari a quello di chi non ha mai fumato o comunque è dimezzato (dipende da molti fattori, tra cui il numero di sigarette fumate e gli anni in cui si è fumato)

Attuali politiche per la cessazione del fumo


Abbiamo precedentemente citato la FCTC (Framework Convention on Tobacco Control, Convenzione quadro per il controllo del tabacco). Essa stabilisce obiettivi e principi giuridicamente vincolanti che i firmatari sono tenuti a rispettare. Intende quindi tutelare le generazioni presenti e future dalle conseguenze devastanti del consumo di tabacco e dell’esposizione al fumo di tabacco a livello sanitario, sociale, ambientale ed economico. La FCTC, siglata da 192 firmatari (tra i quali la Comunità Europea) nel 2004, è entrata ufficialmente in vigore nel febbraio del 2005.


A livello mondiale è inoltre entrata in vigore una strategia di ENDGAME (o di “fine corsa”), con la quale sono proposti interventi capaci di ridurre notevolmente la frequenza di fumatori: politiche di prezzo e di limitazione d’uso, informazioni efficaci, campagne di mass media, strategie di disassuefazione, interventi di prevenzione primaria. Una programmazione articolata e graduale della loro attuazione nel tempo può portare alla riduzione, progressiva e sostanziale, del numero di fumatori, fino ad arrivare al “fine corsa” in 20-25 anni: l’eradicazione del tabagismo, cioè una prevalenza al di sotto del 5%.


Economisti ed esperti hanno calcolato le date che porteranno ad una prevalenza di fumo che tocca lo zero in tutti gli Stati, mostrando i seguenti dati: l’Italia giungerà a prevalenza zero nel 2091, la Francia nel 2118, il Regno Unito nel 2040, la Germania nel 2280, gli Stati Uniti nel 2046, il Canada nel 2040, solo per citarne alcuni.


La strategia di “fine corsa”, oltre che includere tutti gli interventi cui lo Stato italiano si è impegnato sottoscrivendo la Convenzione Quadro per il Controllo del Tabacco, deve arricchirsi di altre azioni efficaci ed innovative scaglionate nel tempo, quali ad esempio:


1. Aumento della tassazione

2. Estensione delle aree di divieto di fumo (aree di competenza sanitaria, parchi giochi, automobili in presenza di bambini, strutture sportive, ecc.)

3. Riduzione del contenuto massimo di nicotina nel tabacco

4. Attuazione di una strategia di cessazione, incentrata su prestazioni efficaci e gratuite e supportata da interventi di promozione della cessazione, ad esempio tramite campagne di comunicazione

5. Programma economico di sostituzione delle entrate delle accise nel bilancio dello Stato

6. Programma di riconversione dell’industria del tabacco in Italia e di riqualificazione degli occupati nel settore

7. Programma di riconversione del settore della tabacchicoltura

8. Adozione di confezioni generiche per i pacchetti di sigarette e di tabacco

9. Incentivazione della sostituzione del tabacco con prodotti alternativi meno dannosi, come ad esempio prodotti rilascianti nicotina

10. Strategia di narrazione dell’ENDGAME che miri a de-normalizzare l’uso del tabacco in Italia, alla quale dovrebbero contribuire campagne di mass media, e una condivisione dei valori della strategia con membri influenti della società civile, in modo che concorrano quando possibile alla sua diffusione

11. Vietare il tabacco per tutte le generazioni nate successivamente ad un dato anno, ad esempio il 2005.


[1] Malattia polmonare caratterizzata dalla distruzione degli alveoli (le più piccole unità contenenti aria dei nostri polmoni) e dalla conseguente perdita di elasticità e funzionalità dei nostri polmoni.

[2] L’anno preso in considerazione è il 2018.


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