Alzi la mano chi non ha mai assaggiato una bevanda alcolica prima dell’età legale per farlo. Probabilmente pochi/e: molti/e di noi hanno provato il vino del nonno già da bambini/e, o la birra dal frigorifero dei genitori da ragazzini/e.
Il risultato sarebbe diverso se facessimo la stessa domanda in un altro Paese, negli Stati Uniti o in Egitto, in Giappone o in Russia.
Per molti popoli l’alcol è ben radicato nella tradizione, e ha acquisito una funzione sociale e culturale: si pensi, per esempio, alla ricca e variegata produzione di vini in tutta Italia e alla presenza - dalle messe ai matrimoni, dalle sagre alle cene eleganti - dell’alcol nei riti conviviali. A questo si aggiunge spesso la pressione sociale al consumo di alcolici, che ha effetto principalmente durante l’adolescenza, come forma di divertimento o di ribellione.
Non stupisce quindi che siamo abituati a consumare alcol frequentemente e in modo inconsapevole, e a ignorare o minimizzare i rischi per la salute, che sono supportati però da solidi dati in letteratura scientifica.
I disturbi da uso di alcol affliggono circa il 10% della popolazione mondiale e, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il consumo di alcol nel 2016 ha causato nel mondo circa 3 milioni di morti, cioè il 5,3% di tutti decessi.
L’alcol ha un’azione depressiva sul sistema nervoso centrale: in altre parole, rallenta i processi mentali e del corpo. Dopo il primo drink, generalmente percepiamo una riduzione di ansia e stress, ci sentiamo più sicuri/e ed a nostro agio: per questo motivo l’alcol è considerato un “lubrificante sociale”.
Tuttavia è correlato a numerosissimi danni al nostro organismo, sia acuti sia cronici, che dipendono dalla quantità e dal tipo di alcol che assumiamo.
Fegato
Il fegato ha il compito di metabolizzare l’alcol e rimuoverlo dal sangue. Berne molto in poco tempo può quindi distruggere questo meccanismo e portare a steatosi epatica o fegato grasso, condizione cronica che può causare un’eccessiva produzione di trigliceridi, steatoepatite (infiammazione grassa del fegato) e anche cirrosi, degenerazione dell’organo.
Pancreas
L’alcol danneggia le cellule pancreatiche e le espone a infiammazione, con conseguenti danni strutturali e auto-digestivi che possono portare a pancreatite. Se l’abuso persiste nel tempo, si può instaurare una pancreatite cronica con aumento di rischio tumorale. Più in generale, un pancreas danneggiato produce meno insulina, con conseguente iperglicemia e, a lungo andare, diabete.
Le persone con iperglicemia e diabete dovrebbero evitare l’assunzione di bevande alcoliche.
Rene
L’alcol può causare ipertensione, che porta, a livello renale, a un alto rischio di danno. Inoltre, il consumo di alcol fa aumentare le proteine nelle urine (fonte di danno) e l’incidenza di nefropatie croniche.
Cuore
Il consumo di alcol aumenta il rischio di morire per fibrillazione atriale, infarto, e altre patologie cardiache,. Quando il consumo è importante, questo indebolisce il muscolo del cuore, una condizione nota come cardiopatia alcolica.
Cervello
Il consumo di bevande alcoliche può causare non solo temporanee complicanze come perdita della memoria e della coordinazione ma anche effetti a lungo termine, talvolta irreversibili.
L’alcol pone seri rischi quando assunto insieme a farmaci come benzodiazepine (ad esempio Xanax, Lexotan, Valium…) e alcuni antidolorifici.
Un suo consumo prolungato può interferire con la struttura e le funzioni cerebrali, danneggiando in particolare il cervelletto, il sistema limbico e la corteccia.
Una porzione significativa delle persone che abusano di alcolici è composta da giovani tra i 18 e i 29 anni, in cui il disturbo porta a un peggioramento delle capacità mentali e di ragionamento e a un aumento dei comportamenti a rischio.
Sistema immunitario
Bere molto alcol indebolisce il sistema immunitario, rendendoci più suscettibili alle malattie (ad esempio polmoniti e tubercolosi). Anche il singolo episodio di ingestione eccessiva di alcol inibisce la capacità di risposta alle infezioni, e questo effetto può durare fino a 24 ore. Inoltre, questa azione sul sistema immunitario può aumentare il rischio di progressione di alcuni tumori.
Tumori
Da un lato l’alcol aumenta in modo diretto il rischio di alcuni tumori, come quelli del tratto gastrointestinale (si pensi al fegato ad esempio!), dall’altro contribuisce all’alterazione del DNA favorendo lo sviluppo di cancro agendo insieme ad altri fattori.
I principali tumori direttamente correlati all’alcol sono quelli a: cavo orale, gola e laringe, esofago e stomaco, fegato, colon, mammella e polmone.
Smettere di consumare alcol riduce il rischio di sviluppare molti di questi.
Salute mentale
Nonostante l’assunzione di alcol porti a temporaneo sollievo da stress e ansia e un generale rilassamento, il consumo cronico aumenta invece il rischio di sviluppare sintomi di irritabilità e comportamenti anomali, fino a disturbi mentali come depressione e disturbi d’ansia. Questo ha come conseguenza un’incidenza doppia o tripla di pensieri suicidari, tentativi di suicidio ed effettivi suicidi tra gli alcolisti.
Salute sessuale
Nelle donne, l’alcol si correla con un basso desiderio sessuale, l’incapacità di raggiungere l’orgasmo e una ridotta lubrificazione vaginale. Negli uomini, con un’aumentata incidenza di disfunzione erettile, eiaculazione precoce e calo della libido.
Gravidanza
L’alcol è una sostanza teratogena. Ciò significa che un forte consumo di bevande alcoliche in gravidanza mette seriamente a rischio la salute del feto: bambini nati morti, aborti spontanei, prematurità, anormalità dello sviluppo del feto, ritardi nella crescita e importanti disordini del neurosviluppo sono tutte conseguenze scientificamente correlate.
Infine, l’alcol può causare: malnutrizione, osteoporosi, crampi, ulcere e danni allo stomaco.
Violenza
Secondo il report 2016 dell’OMS, gli atti violenti procurati dall’alcol causano ogni anno 90'000 morti.
In generale, il consumo di alcol è correlato ad atti violenti intenzionali, sia contro se stessi/e sia contro le altre persone, e non intenzionali: incidenti d’auto, cadute, intossicazione, incendi, ustioni, annegamenti, ecc. Questi dipendono dalla dose assunta.
Da soli, gli incidenti stradali provocati dalla guida in stato d’ebbrezza hanno un peso importante nella mortalità giovanile: si stima che, in Europa, sia attribuibile all’uso di alcol il 25% dei decessi tra i ragazzi di 15-29 anni e il 10% dei decessi tra le ragazze della stessa fascia d’età.
Danni sociali
L’abuso di alcol può avere un forte impatto sulla vita sociale, lavorativa e famigliare degli/lle alcolisti/e, creando isolamento ed erosione dei legami interpersonali. Pensiamo, ad esempio, a perdita del lavoro, divorzi, abbandoni scolastici e molto altro.
Intervenire sulla dipendenza può aiutare a ristabilire la funzionalità di questi individui nelle aree della propria vita.
Basi della dipendenza
Si classifica come binge drinking, cioè l’assunzione smodata di alcol in breve tempo, il consumo di più di cinque bevande alcoliche in due ore per gli uomini, e più di quattro per le donne. La dipendenza si instaura quando si vorrebbe smettere di bere, ma non si riesce a farlo.
Sebbene molte persone abusino di alcol senza rientrare nei parametri della dipendenza, un abuso prolungato può portare effettivamente all’alcolismo: le cause possono essere multifattoriali, con una componente sia genetica, sia ambientale.
Quali sono i sintomi della dipendenza?
- Incapacità di controllare l’assunzione di alcol (quanto bere e quando farlo e non farlo)
- Craving o forte spinta a bere
- Tolleranza, cioè aver bisogno di dosi notevolmente più elevate per avere l’effetto desiderato
- Avere bisogno di bere per sentirsi normali o sentirsi meglio
- Nascondere gli alcolici
- Bere di nascosto, in segreto
- Irritabilità se non si riesce a ottenere alcol
- Continuare a bere nonostante le conseguenze negative sulla propria vita
- Evitare attività sociali e hobby per poter consumare alcolici
- Blackout, cioè periodi di tempo in cui non ci ricordiamo dove fossimo, cosa stessimo facendo, ecc.
La dipendenza da alcol ha purtroppo un alto tasso di recidive, spesso a seguito di eventi stressanti, e queste non hanno tutt’oggi un trattamento efficace che possa prevenirle.
Trattamento della dipendenza da alcol
Il trattamento della dipendenza da alcol ha come obiettivi il mantenimento della completa astinenza e il recupero delle capacità psicofisiche e sociali. La terapia coinvolge tante diverse figure professionali e si compone di: terapia farmacologica, counselling motivazionale e di prevenzione della ricaduta, gruppi di auto-aiuto. Il trattamento farmacologico riguarda specificamente l’intossicazione acuta alcolica, la sindrome da astinenza da alcol e il mantenimento dell’astinenza da bevande alcoliche.
In acuto è fondamentale mantenere le funzioni vitali e la respirazione, in casi lievi non servono farmaci ma solo idratazione, invece in casi gravi si rende necessaria la lavanda gastrica e interventi anche farmacologici per migliorare le condizioni fisiche della persona.
Quando si parla di consumo cronico, alla sospensione dell’assunzione può comparire la sindrome da astinenza da alcol (di solito entro 6-12 ore): questa include irritabilità, agitazione, ansia, disturbi del sonno, nausea, tachicardia, sudorazione eccessiva, tremori, crisi motorie, e allucinazioni e delirium tremens nelle forme peggiori.
Nel mantenimento nel tempo dell’astinenza sono però necessari non solo interventi farmacologici, ma anche percorsi psicologici o di psicoterapia, per aiutare la persona a fronteggiare l’astinenza, gestire eventuali ricadute e prevenirle, individuando le situazioni che mettono a rischio di consumo.
Il primo requisito fondamentale e indispensabile per iniziare una terapia è la volontà della persona di sospendere il consumo: alcuni farmaci per il trattamento della dipendenza possono essere dannosi se assunti in associazione a grandi quantità di alcol; per questo è necessaria grande consapevolezza e sostegno psicologico per chi affronta questo difficile percorso.
A chi posso rivolgermi se penso di avere un problema con l’alcol?
Il primo professionista a cui possiamo rivolgerci per le questioni di salute - come in questo caso - è il medico di base/di medicina generale: raccontando con onestà la nostra situazione e le conseguenze sulla nostra vita lui o lei saprà aiutarci a iniziare il percorso di cura, indicandoci gli esami di laboratorio necessari e, se sarà il caso, il centro specialistico più adatto (ambulatori regionali, reparto ospedaliero di Alcologia, comunità terapeutiche-riabilitative…)
Inoltre, come visto sopra, si è dimostrata molto efficace la partecipazione ai gruppi di auto-mutuo aiuto. In Italia sono attivi:
1) Alcolisti Anonimi (AA), un’associazione di auto-mutuo aiuto in cui le persone con problemi di alcolismo si incontrano in forma anonima e mettono in comune la loro esperienza e capacità di aiutare. L’unico requisito per divenire membri dell’associazione è desiderare di smettere di bere.
2) L'Associazione Italiana dei Club Alcologici Territoriali (AICAT), una associazione di volontariato e auto-mutuo aiuto che opera per cambiare i comportamenti non solo dell'alcolista e della sua famiglia, ma dell’intera comunità, per creare un ambiente che consenta a tutti crescita, maturazione e buona qualità di vita. Fanno parte del Club anche coloro che scelgono di fare da “famiglia sostitutiva” delle persone sole con problemi alcolcorrelati complessi
3) Al-Anon è una associazione di auto-mutuo aiuto che opera con la finalità di aiutare le famiglie di alcolisti a superare gli effetti negativi dell’alcolismo di un familiare o di un amico. Chiunque si renda conto che la propria vita è stata condizionata dal rapporto con un alcolista può diventarne membro. Alateen è lo specifico programma di recupero per gli adolescenti di Al-Anon, di cui costituisce parte integrante.
Mappa dei servizi in Italia: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1455_allegato.pdf
Il tasso alcolemico e la nostra percezione
Quanto spesso vi è capitato di sentire (o di pensare) che anche avendo bevuto i riflessi non vengono rallentati? C’è chi addirittura afferma che i propri riflessi e l’attenzione migliorino con l’assunzione di alcol!
Come avete letto nei paragrafi precedenti, l’assunzione di alcol ha tantissimi effetti dannosi sul nostro corpo, sia nell’immediato sia lungo termine. Uno degli organi colpiti è appunto il cervello; vediamo ora cosa succede alla nostra attenzione, personalità, vigilanza e coscienza quando assumiamo alcol.
1) Tasso alcolemico 0,1-0,2 = dopo aver bevuto una birra normale da 33 cl, un vino liquoroso da 80 o un aperitivo, oppure un superalcolico da 40 cc (il valore è calcolato seguendo il calcolatore ministeriale e considerando un uomo di 70 kg a stomaco pieno, il tasso alcolemico sale a 0.22 per la stessa birra bevuta da una donna di 65 kg a stomaco pieno e 0,24 per un superalcolico).
Si inizia a sentire una sensazione di ebbrezza, con riduzione delle inibizioni (si parla più facilmente, ci si sente più “spontanei”) e del controllo di sé. La nostra vigilanza si riduce, la coordinazione motoria risulta minore e iniziamo a perdere la visione laterale.
2) Tasso alcolemico 0,3-0,4 = dopo aver bevuto due bicchieri di vino di 12 gradi, una birra normale da 66 cl oppure due bicchieri di superalcolico. (I valori sono simili ma più alti, raggiungendo 0,4-0,48 nel caso di una donna di 65 kg a stomaco pieno)
Si percepisce maggiore senso di ebbrezza, si perdono le inibizioni e il controllo di sé e inizia anche a manifestarsi una ridotta percezione dei rischi. Le capacità di vigilanza, attenzione e controllo sono ridotte, si perde il coordinamento motorio, si perde ulteriormente la visione laterale e i nostri riflessi sono rallentati.
0,5 È IL LIMITE LEGALE PER METTERSI ALLA GUIDA.
3) Tasso alcolemico 0,5-0,8 = dopo aver bevuto una doppio malto da 66 cl, oppure 3 bicchieri di vino e un digestivo o tre bicchieri di superalcolico. Per una donna di 65 kg a stomaco pieno bastano tre bicchieri di vino per superare il limite legale per la guida.
In questa fase si verificano cambiamenti dell’umore in positivo o negativo, nausea e sonnolenza. Può manifestarsi uno stato di eccitazione emotiva e agitazione. Si riducono le capacità di giudizio, la capacità di individuare la presenza di oggetti in movimento e la visione laterale. I riflessi sono decisamente alterati.
4) Oltre questi livelli possono comparire rabbia o tristezza, confusione mentale, disorientamento, con perdita di autocontrollo e comportamenti sociali inadeguati, incapacità di articolare correttamente le parole e alterazioni dell’equilibrio, della visione e della percezione di forme e colori.
Si possono poi manifestare stordimento, aggressività o apatia, forte sonnolenza e letargia, con alterazioni delle condizioni psicofisiche e comportamenti violenti, per arrivare fino all’ipotermia e al vomito. Oltre i 3 g/dl si può arrivare allo stato di incoscienza con comparsa di allucinazioni, difficoltà di respiro, sensazione di morire, coma con possibilità di morte per soffocamento o per arresto respiratorio.
Ricordate: non esistono livelli di alcol sicuri per la guida, quando si deve guidare è meglio non assumerne.
Quando abbiamo bevuto non siamo decisamente i migliori giudici di noi stessi: non credete al vostro amico/alla vostra amica quando vi assicura che “anche se bevo sono in grado di guidare” perché purtroppo gli studi dimostrano il contrario. Esistono, come abbiamo visto, delle quantità consentite per legge alle quali possiamo metterci alla guida, ma il calcolo del tasso alcolemico, e soprattutto degli effetti dell’alcol sui nostri riflessi e la nostra capacità di giudizio, risente tantissimo di diversi fattori: sesso, stomaco pieno o vuoto, composizione corporea, abitudine al bere e molti altri! In alcuni locali viene messo a disposizione il test per il tasso alcolemico: utilizzatelo se avete dubbi, oppure scegliete di non guidare e non correte rischi inutili per la vostra vita e per quella degli altri.
Bibliografia e fonti
Immagini condivisibili liberamente ottenute da Freepik
Comments