top of page
  • Immagine del redattoreTeam Icaroe

La dislessia


La dislessia è un tipo specifico di disturbo dell'apprendimento che causa problemi nella lettura. Chi soffre di dislessia ha difficoltà a collegare le lettere e le parole ai suoni che rappresentano, con eventuale incapacità nell’imparare regole derivate dal linguaggio scritto; i bambini colpiti, poi, possono avere difficoltà nell'individuare le parole, la loro radice o il corretto ordine delle lettere all'interno di una parola.


Ogni persona dislessica, comunque, è diversa dalle altre, perché la dislessia si presenta come un insieme di caratteristiche che ogni persona condivide in misura più o meno estesa.

Inoltre, soffrire di dislessia non significa avere un basso quoziente intellettivo: i bambini dislessici, di solito, hanno problemi solo nella lettura di lettere e parole!


In Italia, i Disturbi Specifici dell’Apprendimento interessano circa il 4% della popolazione, quindi circa 2.000.000 persone. Nella popolazione scolastica si stima che, mediamente, ci sia almeno un* alunn* con DSA per classe; purtroppo, però, meno della metà di questi casi viene riconosciuto.


Nelle prossime righe vi parleremo delle manifestazioni più classiche della dislessia, così che possiate accorgervi di eventuali situazioni da sottoporre all’attenzione di un* specialista!


SINTOMI


I bambini e le bambine affett* da dislessia in età prescolare possono:

  • Iniziare a parlare più tardi rispetto agli altri bambini della stessa età;

  • Avere difficoltà a pronunciare o scegliere le parole;

  • Avere difficoltà a ricordare i nomi di lettere, numeri, colori e immagini;

  • Scarsa capacità di disegno e scarsa manualità.

I bambini e le bambine affett* da dislessia in età scolare possono, invece, avere difficoltà a:

  • Fondere i suoni;

  • Fare rime con le parole;

  • Riconoscere il numero di suoni nelle parole e a metterli nel giusto ordine;

  • Suddividere le parole in suoni;

  • Difficoltà nel conteggio da 0 a 20 e/o nel calcolo a mente entro il 10;


Come già detto, ogni soggetto dislessico è diverso dagli altri, ma frequenti campanelli di allarme possono essere:

  • Inversione di lettere e numeri nella lettura e nella scrittura (ad esempio, 21 invece di 12);

  • Sostituzione di lettere (m/n; v/f; b/d, a/e);

  • Difficoltà nell’imparare le tabelline ed alcune informazioni in sequenza, come le lettere dell’alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell’anno;

  • Confusione nei rapporti spaziali e temporali (destra/sinistra; ieri/domani; mesi e giorni)

  • Difficoltà nell’esprimere verbalmente quello che si pensa

  • In alcuni casi, difficoltà in alcune abilità motorie (come allacciarsi le scarpe).


Chiaramente questi sintomi non sono sufficienti per porre una diagnosi, ma nessuno vi chiede di farlo! È però utile sapersi accorgere di alcune situazioni che meritano di essere approfondite da uno specialista, in modo da attivare il percorso necessario.


DIAGNOSI E CURA: COSA ASPETTARSI


Quando si sospetta un caso di dislessia è importante che venga fatta, al più presto, una valutazione specialistica. La dislessia, infatti, non solo impedisce all* bambin* di apprendere le basi fondamentali della lettura, della scrittura e del calcolo, ma influisce negativamente sull’autostima e può avere effetti negativi anche a lungo termine.

Per questo intervenire il prima possibile e comprendere le necessità della persona, risulterà determinante per un’evoluzione il più possibile positiva.


La diagnosi deve essere fatta da specialist* espert*, mediante specifici test. Per questo occorre rivolgersi alla Azienda Sanitaria Locale di competenza o a centri privati, magari dopo aver contattato l’Associazione Italiana Dislessia nelle sezioni locali.

La valutazione permette di capire che cosa sta succedendo ed evitare gli errori più comuni, come colpevolizzare il/la bambin* (“non impara perché non si impegna”) o attribuire la causa a problemi psicologici. Si tratta di errori che comportano solo sofferenze, frustrazioni e scoraggiamento, senza apportare nessun aiuto!.


Il percorso diagnostico non è in alcun modo invasivo, si tratta semplicemente di un insieme di valutazioni che permettono di valutare le potenzialità funzionali, i punti deboli e il metodo preferito di apprendimento della persona:

  • Le valutazioni complete della lettura permettono di analizzare il riconoscimento delle parole e la loro analisi, la scioltezza, la comprensione del testo scritto e di quello ascoltato, il livello di comprensione del vocabolario e il processo di lettura.

  • Le valutazioni dell'uso delle parole, del linguaggio e dell'udito analizzano il linguaggio parlato ed eventuali deficit nella sua elaborazione. Viene testato anche Il profilo cognitivo completo (attenzione, memoria, ragionamento).

  • Le valutazioni psicologiche affrontano problemi emotivi che possono aggravare l'incapacità alla lettura; viene effettuata l'anamnesi completa familiare dei disturbi mentali ed emotivi.


E’ anche utile accertarsi che i/le bambini/e abbiano una visione e un udito normali, attraverso screening ambulatoriali o tramite una formale visita audiologica o un test visivo.


Una volta ottenuta la diagnosi, si possono mettere in atto aiuti specifici, tecniche di riabilitazione e di compenso, mentre a volte sono sufficienti semplici provvedimenti (come disporre di tempi più lunghi per lo svolgimento dei compiti e l’utilizzazione della calcolatrice o del computer).


La gestione del tempo è un aspetto cruciale: organizzare le proprie attività e apportare il giusto livello di attenzione ai compiti può risultare estremamente difficile in caso di dislessia.

Un numero eccessivo di impegni, poi, è difficilmente gestibile da chi è affetto da dislessia, poiché è tendenza comune ragionare sulle attività nella loro globalità, aumentando la confusione, senza analizzarle una alla volta.

È quindi molto importante importante aiutare sin da subito chi presenta delle difficoltà, fornendo spiegazioni sul funzionamento mentale tipico della dislessia e su quali possono essere i metodi migliori per l'organizzazione quotidiana del proprio tempo.


In ambito scolastico, il problema della dislessia viene gestito con la personalizzazione del piano di studi, che ha l'obiettivo di sostenere il bambino o il ragazzo e aiutarlo a organizzare i propri compiti e attività: ad esempio, viene concesso del tempo in più per la consegna delle verifiche e gli insegnanti tendono a calibrare i carichi di lavoro da fornire all’alunno.

L’ambiente scolastico deve essere il più inclusivo possibile, un ambiente nel quale il/la bambin* abbia tutte le opportunità di interagire con i coetanei e uguale accesso alle risorse della comunità.


È importante sottolineare, anche in questo caso, che i soggetti dislessici hanno un diverso modo di imparare, ma comunque imparano e hanno diritto di imparare!


Esistono anche interventi educativi specifici e mirati, che possono prevedere: esercizi per migliorare la pronuncia delle parole o la comprensione della lettura; si insegna a emettere suoni per formare le parole; si fanno esercitazioni per fondere i suoni per formare le parole e dividere le parole in parti.


Infine, molti bambini beneficiano dell'uso del computer per isolare le parole all'interno del testo o per elaborare una parola da uno scritto. Utilizzare audiolibri e prendere appunti con un registratore digitale può aiutare i bambini delle classi elementari scolastiche più avanzate.


Le alternative terapeutiche (come l'addestramento optometrico, l'educazione percettiva, l'esercizio di integrazione uditiva) e le terapie farmacologiche non sono invece provate o raccomandate.



FONTI

https://www.aiditalia.org/it/la-dislessia


https://www.centroleonardo-psicologia.net/blog-centroleonardo/la-dislessia-e-la-gestione-del-tempo.html



https://www.msdmanuals.com/it-it/casa/problemi-di-salute-dei-bambini/disturbi-evolutivi-e-dell-apprendimento/dislessia


https://www.msdmanuals.com/it-it/casa/i-fatti-in-breve-problemi-di-salute-dei-bambini/disturbi-evolutivi-e-dell%E2%80%99apprendimento/dislessia?query=dislessia

38 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

VULVODINIA, TUTTO (O QUASI) QUELLO CHE C’E’ DA SAPERE

Fino a poco tempo fa si parlava davvero poco di vulvodinia. Provando a chiedere in giro cosa fosse, la risposta era sempre la stessa: “vulvodi…che?”. Tuttavia, negli ultimi mesi sembra che qualcosa si

bottom of page