I dati parlano chiaro: la diagnosi precoce di tumore al seno, possibile grazie ad un valido screening di popolazione, insieme alla prevenzione primaria, salva la vita. È vero, secondo le statistiche AIRTUM il carcinoma mammario riguarda 1 donna su 8 (con opportune differenze fra la varie fasce di età), in Italia è il tumore più frequentemente diagnosticato nelle donne (1 nuova diagnosi di tumore su 3 è di tumore al seno) ed è la prima causa di morte oncologica in tutte le fasce di età nella popolazione femminile (28% sotto i 49 anni, 20% tra i 50 e 69 anni e 14% oltre i 70 anni).
Resta ancora una domanda: qual è il destino di questa patologia? Possiamo fin da subito identificarla, curarla e permettere così che sempre meno donne e (abbiamo imparato) uomini si ammalino e poi non guariscano da questo tumore.
Partendo da una panoramica internazionale, il tumore alla mammella ha mostrato mortalità in discesa, grazie alla campagne di screening, con attenzione particolare alla predisposizione genetica, e grazie ai progressi in campo terapeutico. A livello mondiale sono presenti variabilità geografiche, ma si può certamente affermare che l’incidenza del carcinoma mammario ha presentato una diminuzione in molte aree del mondo intorno agli anni Duemila. Questo significa che nel mondo ci si sta ammalando meno di tumore al seno, forse anche per una riduzione dei fattori di rischio. è importante notare anche che, non solo meno persone si ammalano ma anche chi si ammala muore meno per questa patologia.
Guardando invece al nostro territorio, i dati italiani secondo l’osservatorio AIOM del 2019 nell’ultimo decennio mostrano che il numero di nuovi casi annui è leggermente aumentato, grazie alle campagne di screening partite dagli anni ’90, che hanno permesso e permettono di identificare precocemente la malattia. Quando si inizia una campagna che ha come obiettivo trovare il prima possibile una patologia l’effetto nel primo periodo è che sembrano aumentare le persone affette. Questo però non è un effetto reale: vuol dire semplicemente che lo screening è efficace e che permette di scoprire precocemente persone malate che prima non si sarebbero potute curare!
Nel 2019 ci saranno 53.000 casi di donne che hanno ricevuto una nuova diagnosi di tumore al seno, ma molte di queste hanno una reale possibilità di guarire.
La mortalità appare in calo in tutte le fasce di età, soprattutto nelle donne con meno di 50 anni, probabilmente grazie alla maggiore diffusione dei programmi di diagnosi precoce e anche ai progressi terapeutici. Questi dati sono abbastanza uniformi fra tutte le macro aree del nostro territorio e non mostrano grandi differenze fra le varie fasce di età.
Forse i dati che più devono portarci a guardare verso il futuro sono i tassi di sopravvivenza. In Italia la sopravvivenza a 5 anni è dell’87% (negli USA è il 91%), considerando tutti i tipi di tumore e tutte le varie fasce di età, mentre la sopravvivenza a 10 anni è dell’80%; non ci sono grandi delle differenze fra le varie fasce di età, ma non dobbiamo dimenticare che l’età stessa è un fattore di rischio.
Complessivamente in Italia oggi vivono oltre 800.000 donne che hanno avuto una diagnosi di carcinoma mammario, queste sono circa la metà di tutte le donne che abbiano avuto un tumore di qualsiasi genere in passato.
Abbiamo voluto passare in rassegna questi numeri non solo per fare un fermo immagine con sguardo al passato del tumore al seno, ma soprattutto perché questi dati ci infondono fiducia nel futuro e nei progressi che possiamo ancora fare, ma soprattutto ci mostrano che non possiamo pensare di rallentare la campagna di sensibilizzazione su questo tumore e sulla sua prevenzione. Una diagnosi fatta velocemente può rendere più preciso, chiaro e ottimista il percorso difficile ma possibile della guarigione.
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Il Team di Icaroe in collaborazione con la Dottoressa Giuliana Petruzzellis
FONTI
Tutte le immagini e i dati sono stati elaborati e tratti dall’ultimo manuale “i numeri del cancro in Italia -2019” scaricabili in pdf ai seguenti link in due versioni, una per operatori una per pazienti
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