Probabilmente a tutti è capitato almeno una volta nella vita di provare quella fastidiosa sensazione di bruciore e dolore nel torace e allo stomaco. Quante persone conoscete che convivono con questa condizione? Quante volte vi è capitato di mangiare un po’ troppo e dover subito correre ai ripari con una bustina di gaviscon o una pastiglia di maalox?
Il reflusso gastroesofageo è una condizione estremamente comune, colpisce circa 1 persona su 3 in Italia. Maschi e femmine sono colpiti alla stessa maniera, soprattutto nella fascia di età tra i 30 e i 50 anni [1].
Si parla di reflusso quando il contenuto dello stomaco, che è acido perché in questo modo ci permette di digerire ciò che mangiamo, risale nell’esofago. Ma come mai si sviluppa? Facciamo un passo indietro.
Un po’ di teoria
Il nostro cavo orale è collegato allo stomaco da un lungo tubo, l’esofago; l’esofago non è in grado di sopportare l’acidità che normalmente è presente a livello gastrico e che serve a digerire i cibi.
Per questo motivo siamo protetti, al termine dell’esofago, da una valvola chiamata sfintere esofageo inferiore, che impedisce che il contenuto dello stomaco risalga nell’esofago stesso. Quando questa valvola non funziona correttamente e diventa più debole, lascia passare gli acidi e il cibo contenuti nello stomaco.
Entro certi limiti può essere normale che una piccola quantità di acido risalga dallo stomaco dopo i pasti, il problema si verifica quando questo avviene sistematicamente e in maggiori quantità.
Quali sono le situazioni che favoriscono il reflusso?
Il reflusso è una condizione a cui contribuiscono tantissimi fattori contemporaneamente: essere sovrappeso o obesi, ad esempio, aumenta la pressione sullo stomaco e spinge il contenuto verso l’alto, forzando l’apertura della valvola e indebolendo i muscoli che la costituiscono; allo stesso modo anche il fumo, l’alcol, e il consumo di cibi detti reflussogeni (cioè capaci di dare reflusso) come il caffè e la cioccolata possono sfavorire l’azione della valvola.
Quando mangiamo alimenti ad alto contenuto di grassi lo stomaco ci mette molto più tempo a digerirli e produce maggiori quantità di acido, che quindi potrebbe risalire più facilmente (questo è uno dei motivi per cui il reflusso si sviluppa soprattutto dopo pasti abbondanti!).
Anche l’assunzione di alcuni farmaci può favorire o causare reflusso, in pole position gli antinfiammatori non steroidei come aspirina, ibuprofene, ketoprofene, diclofenac (non tutti questi farmaci danno reflusso nello stesso modo! Segui le nostre storie instagram per sapere quali sono i peggiori!).
L’impiego di cinture o pantaloni/gonne troppo stretti aumenta la pressione sull’addome e tende a spingere il contenuto dello stomaco verso l’alto, così come la gravidanza, a causa dei cambiamenti ormonali e della crescita fetale. Lo stress è sicuramente un fattore importante che facilita la comparsa di reflusso, soprattutto oggi, in cui le nostre vite sono sempre più frenetiche e le cose da fare tante.
Quindi come impedire o ridurre la comparsa del reflusso?
Nonostante si pensi spesso che il reflusso debba essere combattuto subito e solamente con i farmaci, le primissime contromisure da prendere sono le cosiddette “misure igienico-dietetiche”, che riguardano l’adozione di comportamenti corretti in grado di prevenire o ridurre il reflusso gastroesofageo.
In questa strategia è importantissimo il ruolo del medico, che una volta consultato stabilisce insieme alla persona con reflusso se è necessaria una terapia farmacologica o se, come nella maggior parte dei casi, è meglio provare con le seguenti raccomandazioni:
smettere di fumare (fondamentale!)
fare pasti piccoli e frequenti
non andare a dormire subito dopo cena; meglio fare una passeggiata!
evitare l’alcol nelle ore prima di dormire
evitare i pasti abbondanti, soprattutto la sera, ed evita i cibi che peggiorano i sintomi del reflusso: riduci il consumo di cioccolato, caffè, pomodori, spezie, alcol e cibi grassi
non indossare abiti o cinture troppo stretti
provare ad alzare la testata del letto fino a 20 cm inserendo uno spessore sotto le gambe del letto
evitare le fonti di stress e provare le tecniche di rilassamento
mantenere il peso forma o dimagrire, se in sovrappeso
chiedere al proprio medico se i farmaci che prendi per eventuali altri disturbi possano peggiorare i sintomi del reflusso e, nel caso, verificare la possibilità di sostituirli.
E la gastrite acuta?
La gastrite acuta è un’infiammazione della mucosa interna dello stomaco che insorge bruscamente nei momenti in cui si perde o si indebolisce lo strato mucoso protettivo che generalmente la riveste. Nella maggior parte dei casi la gastrite è dovuta a un uso prolungato di farmaci.
Gastrite e reflusso non sono la stessa cosa, anche se a volte possono essere collegati. Le due condizioni non vanno sempre di pari passo, perché affinché quest’ultimo si sviluppi è necessaria la risalita del contenuto dello stomaco verso l’esofago: se il contenuto dello stomaco rimane sempre nello stomaco, non si avrà reflusso. Allo stesso modo può esistere reflusso senza gastrite, in quelle situazioni in cui il nostro stomaco sia ancora protetto dallo strato mucoso.
Quali sono I sintomi della gastrite? Principalmente bruciore e dolore a livello dello stomaco, a volte crampi e nausea o vomito, ma non la presenza di rigurgito acido o bruciore retrosternale, sintomi più tipici invece del reflusso.
E il bambino?
La presenza di rigurgito o reflusso nel bambino piccolo (lattante) è generalmente normale e fisiologica, non deve spaventare [2]. Il rigurgito post prandiale è uno dei sintomi più comuni negli infanti, è una condizione benigna che si risolve spontaneamente entro i 12-18 mesi di vita. Il reflusso si verifica a causa del rilassamento spontaneo dello sfintere esofageo in momenti diversi da quelli dei pasti.
Questo succede frequentemente nei bambini per diverse ragioni: il loro stomaco è piccolo e ha quindi capacità limitata, per questo riesce a contenere poche quantità di cibo e se questo aumenta tenderà a risalire. I pasti dei più piccoli sono frequenti e abbondanti, quindi nello stomaco resta sempre una certa quantità di cibo perché non c’è abbastanza tempo per svuotarsi completamente tra un pasto e l’altro. Spesso il bambino è posto in posizione supina e quindi perde l’aiuto della forza di gravità nel mantenere il cibo confinato allo stomaco, inoltre i pasti sono principalmente liquidi, rendendo più facile la risalita verso l’esofago. Una certa quantità di reflusso e rigurgito nei più piccoli è assolutamente normale e non deve destare preoccupazione!
Quando invece è il caso di rivolgersi al pediatra?
quando notate che il piccolo non cresce
quando avvengono episodi di soffocamento durante i pasti
quando appare molto sofferente e rifiuta il cibo
quando si verifica vomito importante, soprattutto se con sangue
quando si verifica la cosiddetta sindrome di Sandifer, ossia in concomitanza dei pasti e per breve tempo il bimbo presenta torcicollo o distonia in torsione (contrazioni muscolari continue che causano posizioni anomale) a causa del dolore legato al reflusso.
Speriamo che questo articolo vi abbia aiutato a capire meglio cosa sia e come si sviluppi il reflusso gastroesofageo, restate con noi in questa settimana per scoprire quando dovreste rivolgervi a un medico in caso di reflusso e quali sono le possibili complicanze di un reflusso non trattato!
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Il team di Icaroe
FONTI
[1] Istituto Superiore di sanità - Issalute
[2] Hoffenberg EJ, Furuta GT, Kobak G, Walker T, Soden J, Kramer RE, Brumbaugh D. Gastrointestinal Tract. In: Hay, Jr. WW, Levin MJ, Deterding RR, Abzug MJ. eds.Current Diagnosis & Treatment: Pediatrics, 24e New York, NY: McGraw-Hill;
[3] Kellerman R, Kintanar T. Gastroesophageal Reflux Disease. Prim Care. 2017 Dec;44(4):561-573. doi: 10.1016/j.pop.2017.07.001. Epub 2017 Oct 5. Review.
PubMed PMID: 29132520.
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