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  • Immagine del redattoreTeam Icaroe

Perché quello che respiriamo ha un grosso impatto sulla nostra salute

Aggiornamento: 19 gen 2020

Il vero costo del cambiamento climatico si fa sentire nei nostri ospedali e nei nostri polmoni. L'onere per la salute delle fonti energetiche inquinanti è ora così elevato che il passaggio a scelte più pulite e sostenibili per l'approvvigionamento energetico, i sistemi di trasporto e alimentari si ripaga in modo efficace", dott.ssa Maria Neira, direttore della WHO per la sanità pubblica e determinanti ambientali e sociali di Salute.

 

Spesso in questo periodo si sente parlare di PM10, aria inquinata e - soprattutto in questi giorni - dei problemi di salute che derivano dai gas e detriti rilasciati nell’aria dai grandi incendi australiani (oltre che a tutte le altre disastrose conseguenze che questi portano). In questo articolo proveremo a spiegare come mai ciò che respiriamo ha conseguenze per la nostra salute che ormai sono considerate al pari se non più importanti di fumo, alcol, sedentarietà e dieta.


La WHO (1) ha definito il Cambiamento Climatico la più grande minaccia del 21^ secolo e l’inquinamento dell’aria il singolo fattore ambientale più importante per la nostra salute. Come già detto nei nostri articoli precedenti, l’aria inquinata ha per lo più effetto a livello di cuore e polmoni, ma non solo!


Quando però si parla di inquinamento dell’aria e delle sue conseguenze nei riguardi della nostra salute bisogna partire facendo una differenziazione di base: aria indoor (interna) e outdoor (esterna). Questo perché a livello globale l’inquinamento dell’aria all’interno delle case e ambienti abitativi è in realtà spesso più problematico che quello all’esterno (si pensi a dove si cucina per esempio col fuoco vivo in ambienti poco ventilati). In questo articolo però ci focalizzeremo principalmente sulla componente outdoor, essendo invece per il mondo occidentale tra i maggiori problemi per la nostra salute.


Quali sono le sostanze che vengono misurate?

(Immagine: alcuni dei principali fattori che determinano l’inquinamento dell’aria esterna. Fonte: WHO)


Le sostanze che normalmente vengono rilevate sono: PM10, biossido di azoto (NO2) ed ozono (O3).

PM10 (3): e’ una miscela di particelle dalle più svariate proprietà, tra cui il solfato, il nitrato, l'ammoniaca, il cloruro di sodio, il carbonio, le polveri minerali. Può derivare sia da sorgenti di tipo naturale (erosione del suolo, spray marino, vulcani, incendi boschivi, dispersione di pollini, etc.) che antropogenico (industrie, riscaldamento, traffico veicolare e processi di combustione in generale).

Biossido di azoto (NO2): è un forte agente ossidante e si forma in atmosfera principalmente per ossidazione del monossido di azoto (NO).

Ozono (O3): è un potente ossidante con molte applicazioni industriali. In natura più del 90% si trova nella stratosfera (fascia di atmosfera che va indicativamente dai 10 ai 50 km di altezza), dove costituisce una indispensabile barriera protettiva nei confronti delle radiazioni UV generate dal sole. Viene generalmente prodotti da combustione civile e industriale e da processi che utilizzano o producono solventi e carburanti. Assieme ad altri composti costituisce il tipico inquinamento estivo detto smog fotochimico.

Altri componenti che vengono analizzate: biossido di zolfo (SO2), monossido di carbonio (CO), benzene (C6H6 o BTEX), benzo(a)pirene (B(a)P), arsenico (As), cadmio (Cd), nichel (Ni).


Naturalmente, quando queste sostanze raggiungono livelli superiori a quelli considerati sicuri dalle linee guida internazionali allora si parla di aria inquinata. La gravità di questo inquinamento viene espressa con dei numeri che fanno riferimento all’ “indice di qualità dell’aria” e a questi numeri vengono associati varie tonalità di colore per visualizzare meglio la gravità della situazione.

Sul sito dell’Ispra (2) si possono trovare aggiornati quotidianamente i dati relativi ad ogni regione e in questo modo verificare l’andamento della qualità dell’aria della propria zona o città.

Indice di qualità dell’aria a Torino il 7 Gennaio 2020 alle 23.00. Fonte: “Air Pollution in World: Real-time Air Quality Index Visual Map” https://aqicn.org/map/world/.


Come mai durante l’inverno la qualità dell’aria peggiora?

Effettivamente d’inverno - in questi giorni in particolare - sentiamo spesso parlare di limiti massimi raggiunti e di conseguenza l’attuazione di una serie di manovre (blocco del traffico, ecc) per cercare di contenere il fenomeno.

L’inquinamento dell’aria peggiora in questa stagione per due motivi principali:

  • il riscaldamento degli edifici, che ovviamente aumenta per contrastare le basse temperature, spesso sfruttando anche combustibili meno “puliti”, come legna o simili, i quali contribuiscono ancora di più alla produzione degli agenti sopra menzionati;

  • diminuisce la capacità dell’atmosfera di disperdere gli agenti inquinanti (4), per via della cosiddetta “Inversione termica”.


Che impatto ha l’inquinamento dell’aria sulla salute?

Nei 41 Paesi dell’area europea, l’European Environmental Agency (EEA) ha stimato che l’inquinamento atmosferico sia responsabile di circa 400 mila morti premature all’anno, rappresentando il maggiore fattore di rischio per la salute dei cittadini in Europa [3].

A livello globale, la WHO stima che 9 persone su 10 respirino aria inquinata (questo considerando sia l’aria indoor che outdoor) e che nel 2016 le morti a causa dell’inquinamento dell’aria negli ambienti esterni siano pari a 4.6 milioni.

L'OMS stima inoltre che nel 2012 circa il 72% dei decessi prematuri legati all'inquinamento dell'aria esterna fossero dovuti a cardiopatia ischemica e ictus, il 14% dei decessi a patologie polmonari croniche o infezioni acute delle vie respiratorie inferiori e il 14% a causa di cancro ai polmoni.

In Italia, nel 2016, sono state stimate 58.600 morti premature a carico dell’esposizione al PM2,5, 14.600 attribuite all’NO2 e 3 mila all’O3. [3]


Gli effetti nel breve termine, quindi di tipo acuto, sono legati ad una esposizione di uno o due giorni a elevate concentrazioni di polveri contenenti metalli. Questo può provocare:

  • infiammazione delle vie respiratorie (es. crisi di asma)

  • compromissione di cuore e vasi sanguigni

Gli effetti sul lungo periodo, di tipo cronico, dipendono, invece, da una esposizione prolungata ad alte concentrazioni di polveri e possono determinare:

  • sintomi respiratori come tosse e catarro

  • bronchite cronica

  • peggioramento delle malattie nelle persone già affette da patologie polmonari, cardiache o asmatiche

Qui un breve video esplicativo di cosa succede all’interno dei nostri polmoni e altri organi a contatto con gli agenti inquinanti https://www.youtube.com/watch?time_continue=78&v=GVBeY1jSG9Y&feature=emb_logo


Cosa possiamo fare per prevenire queste situazioni?

Rispondere a questa domanda non è semplice, in generale dovremmo agire su due fronti: nel lungo termine cercare di ridurre le emissioni che contribuiscono ad inquinare l’aria e d’altra parte imparare a minimizzare l’impatto per la nostra salute fintanto che la situazione non migliorerà.

Infatti è ormai chiaro a tutti che le fonti dei cambiamenti climatici e dell'inquinamento atmosferico, e quindi gran parte del carico di malattie di cui parlavamo sopra, sono sostanzialmente gli stessi: sistemi energetici inquinanti. [5]

L’Associazione Americana di Pneumologia poi consiglia di seguire questi piccoli accorgimenti nella vita di tutti i giorni:

  • Controlla le previsioni giornaliere sull'inquinamento atmosferico nella tua zona;

  • Evita di allenarti all'aperto quando i livelli di inquinamento sono alti. Quando l'aria è cattiva, cammina in un centro commerciale o in palestra o usa un attrezzo ginnico, e limita il tempo che i bambini trascorrono giocando all'aperto;

  • Evita sempre di allenarti vicino ad aree ad alto traffico;

  • Usa meno energia a casa tua;

  • Incoraggia la scuola di tuo figlio a ridurre l'esposizione alle emissioni degli scuolabus. Per mantenere bassi i livelli di scarico, le scuole non dovrebbero permettere agli scuolabus di rimanere inattivi al di fuori dei loro edifici;

  • Fai una passeggiata, usa la bici o i servizi di car sharing/pooling. Combina viaggi. Usa autobus, metropolitane, sistemi di metropolitana leggera, treni pendolari o altre alternative per guidare la tua auto;

  • Non bruciare legna o rifiuti;

  • Mettiti in gioco e sensibilizza gli altri.

Il Team di Icaroe



Note

(1) WHO: World Health Organization, o OMS: Organizzazione Mondiale della Sanità

(2) Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale

(3) La sigla PM10 (Particulate Matter o Materia Particolata, cioè in piccolissime particelle) identifica una delle numerose frazioni in cui viene classificato il particolato, quel materiale presente nell'atmosfera in forma di particelle microscopiche, il cui diametro aerodinamico è uguale o inferiore a 10 µm, ovvero 10 millesimi di millimetro. Circa il 60% dei PM10 è composto da particelle più piccole, dette PM2,5, le quali sono capaci di raggiungere in 30 giorni le porzioni alveolari dei polmoni

(4) Inversione termica: nei mesi invernali, durante periodi prolungati di alta pressione, la radiazione solare raggiunge il suolo, riscaldandolo. Di notte, l’assenza di una copertura nuvolosa fa sì che il terreno dissipi rapidamente il calore e che l’aria a contatto con il suolo diventi più fredda. L’aria più calda sale e agisce come un coperchio, intrappolando l’aria fredda in prossimità del suolo. Anche l’inquinamento, incluso quello prodotto dal traffico su strada, rimane intrappolato; di conseguenza, lo strato di aria più vicino al suolo diventa sempre più inquinato. La situazione persiste finché le condizioni meteorologiche prevalenti non cambiano.


Fonti e Risorse

[3] Epicentro, 24/10/2019, Istituto Superiore di Sanità

[4] ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) dell’Umbria

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